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LEZIONE SESTA

  TEORIA

Sintesi


 


1. FUTURO SEMPLICE DEL VERBO SUM

Agli altri tempi dell'indicativo, aggiungiamo il futuro semplice del verbo sum. Diamo, come esempio, un breve testo latino nel quale sono usate alcune voci verbali del verbo in esame, prima di dare lo schema completo della coniugazione.
 

Omero e Virgilio

Homerus remota facta Graecorum populorum celebrat, Vergilius magnorum virorum incepta narrat. Homerus antiquis populis carus erat et semper erit; Vergilius clarus erat sub (sotto) imperio Augusti. Homerus et Vergilius, et in praeteritis et in futuris aevis clari erunt. Homere, Vergili, poëtae semper sacri populis eritis.

Nel brano sono state sottolineate le voci verbali che esprimono il futuro semplice del verbo sum. Ed ora diamo la coniugazione completa del tempo:
 

 

2. PERFETTO INDICATIVO DEL VERBO SUM

Procediamo con la coniugazione di sum, un verbo che è di fondamentale importanza, come si potrà constatare andando avanti nello studio del latino. Presentiamo, quindi, il perfetto indicativo, facendo alcune considerazioni preliminari.

Questo tempo corrisponde ai seguenti tempi italiani:

a) passato prossimo
b) passato remoto
c) trapassato remoto (talvolta)

I tempi, ovviamente, cambiano in base al senso generale della frase, senza alcuna possibilità di equivoco.




 

Osservazioni

1. Il termine perfetto (dal latino perfectum = completo, compiuto) ha un suo preciso significato che va sottolineato; esso indica, infatti, un'azione compiuta, completata nel passato. Questo aspetto del perfetto diventa più chiaro se si ricorre al confronto con un altro tempo, l'imperfetto, tempo che esprime azione continua, ripetuta nel passato o non completata. Gli studenti di Greco non avranno difficoltà a capire questa distinzione.

2. Questo tempo, al pari del presente indicativo, ha una grande importanza nella coniugazione, per il fatto che il tema del perfetto costituisce un tema di riferimento fondamentale per la formazione di tutto un gruppo di tempi, come sarà spiegato e chiarito successivamente.1


1 Vedi lezione 24ª sul verbo in particolare. Preferiamo il criterio della gradualità per non creare confusione nella mente degli allievi, evitando di presentare troppo in fretta e tutte insieme le nozioni basilari della lingua. Gli studenti per avere un'idea generale sulla flessione verbale possono ricorrere agli schemi raccolti in appendice, che riportano il quadro completo di tutte le coniugazioni.


3. COSTRUZIONE DELLA FRASE LATINA

Il periodo latino, rispetto all'italiano, presenta alcune sostanziali differenze, che gli studenti avranno potuto già notare attraverso le frasi ed i brevi testi finora analizzati e tradotti. Qui ne evidenziamo gli aspetti principali, con esempi pratici.

Leggiamo una frase latina:

     Agricolae servorum auxilio agros arabant. Servi tamen saepe ex agris fugiebant

Traducendo, si ha:
    Gli agricoltori aravano i campi con l'aiuto degli schiavi. Tuttavia spesso gli schiavi     fuggivano dai campi.
Prendendo spunto da questa semplice frase, possiamo subito fare alcune considerazioni:
a) Il soggetto occupa spesso il primo posto nella proposizione.
b) Il verbo più importante di solito occupa l'ultimo posto (arabant, fugiebant ).
c) Il genitivo di specificazione precede quasi sempre il termine al quale si riferisce (servorum auxilio= con l'aiuto degli schiavi).
d) Poiché le desinenze in latino consentono di distinguere il genere, il numero e il caso, nel periodo latino esiste una grande libertà; di disporre i vari elementi (soggetto, complemento, attributo ecc.) senza incertezze di significato né possibilità di equivoci. E' nell'uso normale, infatti, la cosiddetta costruzione inversa, che consiste nella inversione degli elementi della proposizione, rispetto alla costruzione diretta italiana.2
Dona deis et deabus praebemus      Noi offriamo doni agli dei ed alle dee.
Niobae filias Diana sagittis necat    Diana uccide le figlie di Niobe con le frecce.
L' aggettivo, come attributo rimane libero nella frase, talvolta precedendo il nome al quale si riferisce, talvolta seguendolo. 

2 La medesima costruzione e' presente nel greco antico, ma anche nel tedesco moderno. 


 
Osservazione

Gli scrittori latini fanno spesso uso di un particolare mezzo stilistico, per dare particolare valore o incisività al discorso, cioè la cosiddetta posizione enfatica. La posizione enfatica è una particolartà stilistica che applicavano i latini, ma ancora attuale nella nostra lingua, secondo la quale, quando volevano mettere mettere in evidenza un particolare elemento della proposizione, lo inserivano all'inizio della frase.3 Tale elemento può essere un verbo, un pronome, un sostantivo, ecc.

Eccovi un classico esempio tratto dalla I Catilinaria, orazione pronunciata in Senato dall'oratore Cicerone:

"Fuisti igitur apud Laecam illa nocte, Catilina; distribuisti partes Italiae; statuisti quo quemque proficisci placeret; delegisti quos Romae relinqueres, quos tecum educeres; discripsisti urbis partis ad incendia; confirmasti te ipsum iam esse exiturum; dixisti paulum tibi esse etiam nunc morae, quod ego viverem."
Cicerone, I Catilinaria, IV,9
 Traduzione: "Dunque, Catilina, quella notte andasti da Leca: distribuisti gli incarichi ai congiurati delle varie zone dell'Italia e decidesti dove ti pareva opportuno che ciascuno si recasse; stabilisti anche chi lasciare a Roma e chi portare con te. Designasti i quartieri della città da incendiare, confermasti che la tua partenza era ormai prossima e dicesti di doverti trattenere ancora, ma per poco, per il fatto che io ero ancora in vita."
Anche se l'allievo non è ancora in grado di seguire il discorso latino, colpisce qui l'insistenza e la ripetizione anaforica (Vedi glossario: anafora) dei verbi posti all'inizio di ciascuna proposizione. Normalmente invece il verbo principale va posto alla fine della frase. E' evidente che questa insistenza contribuisce a dare un tono altamente drammatico al discorso.
Più avanti saranno forniti e discussi altri dettagli sulle particolarità della costruzione latina. Per il momento ci limitiamo a fornirvi i primi dati essenziali per capire come i latini parlavano e costruivano le loro frasi. 

3 Questa particolarità stilistica è frequente negli autori latini, che la usano per dare una impronta personale o una certa sfumatura al discorso.

4. IL PERFETTO INDICATIVO DELLE QUATTRO CONIUGAZIONI ATTIVE

Abbiamo già esposto il perfetto indicativo e le sue caratteristiche morfologiche, presentando il verbo sum. Ora vogliamo approfondire il discorso sull'uso di questo tempo che, come si è detto per il verbo sum, è uno dei pilastri della coniugazione, insieme al presente indicativo e al supino, un modo infinitivo che sarà presentato a suo tempo.
In italiano usiamo fondamentalmente due tempi per esprimere un'azione al passato: il passato prossimo ed il passato remoto,4 tempi diversi, perché il primo indica azione passata, ma i cui effetti durano ancora nel presente. Il secondo indica, invece, un'azione passata, senza alcun effetto o relazione con il presente.


4 Anche l'imperfetto è un tempo che indica azione svolta al passato. Ma proprio come indica il suo stesso nome, l'imperfetto esprime un'azione non compiuta, o ripetuta nel passato.
 

Nota linguistica

La differenza tra passato prossimo e passato remoto è notevole, anche se spesso sfugge a chi parla. Da sottolineare che in alcuni dialetti regionali (ad esempio il Siciliano ed il Calabrese) si tende a privilegiare il secondo, senza alcun rispetto per il tempo reale in cui avviene l'azione. Tale uso, tuttavia, non è da considerarsi un difetto, essendo quasi sempre il risultato di varie vicende storiche. Ricordiamo, a titolo d'esempio, l'influenza araba per alcuni secoli in Sicilia. 

Illustriamo con un esempio come viene usato il perfetto in latino, sottolineando in un breve brano le voci verbali al passato.
 

Due re di Roma

Tarquinius Priscus Anco Martio in regno successit. Circum aedificavit, Ludos Romanos instituit, Sabinos superavit atque territorio Romae multos agros iunxit. Capitolium autem incohavit et cloacas aedificavit. Tarquinius, deinde, Servium Tullium adoptavit, sed Anci filii Tarquinium occiderunt. Post Servium Tullium, Tarquinius Superbus regnum obtinuit. Volscos, populum Latii debellavit, diutino bello Gabios et Suessam Pometiam subegit. Templum in Capitolio aedificavit, Ardeam oppugnavit, sed postea regnum propter delictum filii amisit. Socii enim Tarquinium reliquerunt atque superbus dominus Romanorum iram fuga vitavit

Ed eccovi il paradigma del perfetto delle quattro coniugazioni attive, rappresentate dai verbi: narr-are, del-ere, leg-ere, aud-ire

 

5. NOTE MORFOLOGICHE SUL PERFETTO INDICATIVO

Una delle più; importanti particolarità del perfetto indicativo, da considerare con molta attenzione, è il suo tema, costituito dalla radice unita ad una vocale, oppure un gruppo sillabico che varia, da verbo a verbo.

Fondamentalmente possiamo raccogliere i temi del perfetto in cinque gruppi, secondo le uscite più comuni:

-vi   -ui   -i   -ivi   -si
Nota bene

Il vocabolario darà sempre tutte le indicazioni su queste varie forme di perfetto, alle quali se ne devono aggiungere altre meno frequenti, che per ora non consideriamo.5


5 Per completezza di informazione, diciamo che esistono anche alcuni verbi che non hanno perfetto. Per esempio: splendeo, es, splendere (splendere), maereo, es, maerere (essere afflitto).


6. SCHEDA SINTATTICA

Il complemento d'argomento si traduce in latino con de + ablativo e risponde alle domande: intorno a che cosa? di che cosa?

De philosophia saepe disserimus = Spesso discutiamo sulla filosofia.
Vergilius poëta de vita agricolarum scripsit = Il poeta Virgilio scrisse intorno alla vita degli agricoltori.
Nota

Anche i titoli possono essere espressi con questo complemento.

De bello Gallico = La guerra Gallica


Il complemento di denominazione corrisponde ad un nome proprio che accompagna un nome comune allo scopo di specificarne meglio la natura. Generalmente il nome comune ha carattere geografico (città, lago, monte, isola, fiume, ecc.) oppure è un semplice sostantivo (nome, famiglia, mese). La preposizione che introduce questo complemento è di (semplice o articolata). Il caso è quello richiesto dal nome comune.

Insula Sicilia prima provincia Romana fuit = L'isola di Sicilia fu la prima provincia romana
Parvus pagus Cannae cruentum proelium vidit = Il piccolo villaggio di Canne vide un sanguinoso scontro
Nota bene

Avvertiamo gli studenti, che non tutti gli studiosi sono d'accordo su questo complemento. Infatti qualcuno non lo considera affatto un complemento indiretto; il nome comune sarebbe, quindi, una normale apposizione del soggetto o di un complemento. Pertanto, in base a questa tesi, nell'esempio precedente, Sicilia diventa il soggetto della frase, e insula l'apposizione del soggetto. 


 

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