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LEZIONE SETTANTOTTESIMA

TEORIA

Sintesi:


1. LE PROPOSIZIONI ATTRIBUTIVE (AGGETTIVE)

Il terzo gruppo delle proposizioni dipendenti è rappresentato dalle proposizioni attributive, dette anche appositive oaggettive, poiché svolgono la funzione di attributo o apposizione a un termine della reggente

Questa funzione attributiva è svolta dalle proposizioni relative proprie, come dimostrano questi due esempi:

Esempi:

          Nessuno ama la guerra che porta distruzione =  Nessuno ama la guerra distruttrice (attributo)

         che porta distruzione =  proposizione relativa attributiva
 

        Tutti amano la pace, che è un bene prezioso = Tutti amano la pace, bene prezioso (apposizione)

        che è un bene prezioso = proposizione relativa appositiva

 

Fatta questa premessa, diciamo che le proposizioni relative possono essere di tre specie:

1. Relativeattributive o appositive (o aggettive), dette anche proprie, che hanno di norma il verbo all'indicativo;

2.Relative complementari indirette (o improprie), equivalenti a subordinate di natura finale, causale, consecutiva, concessiva, condizionale, che hanno il verbo al congiuntivo.

3. Relativeapparenti (o pseudo relative), in realtà equivalenti a coordinate.



2. PROPOSIZIONI RELATIVE PROPRIE CON L'INDICATIVO

Le relative proprie determinano e specificano un nome (o un pronome) della reggente, esplicando la funzione di attributo o di apposizione; in questo caso possono essere necessarie, se aggiungono una qualità o una chiarificazione essenziale; accessorie, se l'aggiunta non è necessaria al senso della reggente.

Hanno il verbo all'indicativo

 

A natura sustinentur ea quae gignuntur a terra.(Cic.) 

( relativa necessaria)

  Le cose che vengono prodotte (= i prodotti) dalla terra, sono sostenute dalla natura. 
Belgae proximi sunt Germanis, qui trans Rhenum incolunt.(Ces.) 

( relativa accessoria )

  I Belgi sono assai vicini ai Germani, che abitano al di là del Reno. 

a) quelle introdotte da pronomi o avverbi raddoppiati o uscenti in -cumque;

 

Ita, quicquid conficio aut cogito, in ambulationis tempus fere confero. (Cic.)    Quindi, tutto ciò che faccio o penso, me lo porto insieme durante il momento della passeggiata. 
Ubicumque hoc factum est, improbe factum est. (Cic.)    Dovunque sia stato fatto questo, è stato fatto male. 

b) quelle espresse con perifrasi, equivalenti , in italiano, ad un sostantivo o ad un participio:

 

ii, qui praesunt i capi  ea, quae nuntiantur le notizie 
ii, qui adsunt i presenti  ea, quae sequuntur le conseguenze 
ii, qui audiunt gli ascoltatori  ea, quae terra gignit i prodotti della terra 
ii, qui spectant gli spettatori  ea, quae gesta sunt le imprese 
ii, qui legunt i lettori  quod sentio la mia opinione 
ii, qui rem habent i possidenti  quod volo il mio scopo 


 

II, qui praesunt rei publicae, legum similes sint, quae ad puniendum non iracundia, sed aequitate ducuntur. (Cic.)   I capi di stato siano simili alle leggi, che vengono applicate per punire, non in base al rancore, ma secondo la giustizia. 

c) le relative incidentali o parentetiche, come qua prudentia es, quae tua prudentia est, pro tua prudentia (= data la tua saggezza, saggio come sei), qui meus in te amor est (= dato l&rsquoaffetto che provo per te);

 

Spero, quae tua prudentia et temperantia est, te iam, ut volumus, valere.(Cic.)    Spero, data la tua saggezza e moderazione, che tu stia bene, come noi vogliamo. 


3. PROPOSIZIONI RELATIVE PROPRIE CON IL CONGIUNTIVO

a) quando enunciano un fatto eventuale o possibile;

 

De re publica valde timeo; nec adhuc fere inveni, qui non concedendum putaret Caesari quod postularet. (Cic,)   Sono molto preoccupato per lo Stato; né finora sono riuscito a trovare qualcuno che ritenesse di non doversi concedere a Cesare, ciò che chiedeva. 

b) quando si espone il pensiero del soggetto della reggente o di una persona diversa da chi scrive (relative oblique);
 

Galli comparaverunt ea, quae ad fugam pertinerent. (Ces.)   I Galli prepararono quelle cose, che avevano attinenza con la fuga. 

c) quando le relative osservano la legge dell&rsquo attrazione modale (relative necessarie);
 

Cotidie Caesar Haeduos frumentum, quod essent polliciti, flagitabat. (Ces.)    Cesare ogni giorno chiedeva insistentemente agli Edui il grano, che essi avevano promesso. 


 

4. PROPOSIZIONI RELATIVE IMPROPRIE

Si definiscono relative improprie o avverbiali quelle proposizioni introdotte da relativi che assumono la funzione di un complemento indiretto o di un avverbio. Tali proposizioni , quindi, equivalgono ad una subordinata di varia natura: finale, causale, consecutiva, temporale, concessiva, ipotetica

Tutte le relative improprie si costruiscono col congiuntivo e seguono le norme della consecutio temporum.

Le suddividiamo in:

a) relative finali, espresse con qui, quae, quod (= ut is, ea, id );
 

Arbitros dat, qui litem aestiment

(Cic.)

  Egli assegna gli arbitri, che (= affinché) stabiliscano l&rsquoimporto della lite. 
Mittitur L. Decidius cum paucis, qui loci naturam perspiciat.(Ces.)    Viene inviato L. Decidio con pochi, per osservare la natura del luogo. 

b) relative consecutive, espresse con qui, quae, quod (= ut is, ea, id );
 

Sunt autem alii philosophi, et ii quidem magni atque nobiles, qui deorum mente atque ratione omnem mundum administrari et regi censeant. (Cic.)   Vi sono poi altri filosofi, e per giunta grandi e nobili, i quali (= tali che) ritengono che tutto il mondo sia governato dalla mente e dalla intelligenza degli dei. 

c) relative causali, espresse con qui, quae, quod (= quia is, ea, id );
 

Panaetio sapientiorem Socratem soleo iudicare, qui omnem eiusmodi curam deposuerit.(Cic.)    Io sono solito giudicare Socrate più sapiente di Panezio, poiché aveva eliminato ogni preoccupazione di questo tipo. 

d) relative concessive, espresse conqui, quae, quod (= quamvis is, ea, id );
 

Egomet, qui (=quamvis) sero ac leviter Graecas litteras attigissem, tamen, cum Athenas venissem, complures tum ibi dies sum commoratus.(Cic.)    Io stesso, sebbene mi fossi dedicato tardi e superficialmente alle lettere Greche, tuttavia, recatomi ad Atene, mi trattenni in quel luogo parecchi giorni. 

e) relative ipotetiche, espresse con qui, quae, quod (= si is, si quis), che corrispondono alla protasi di I tipo (con l'indicativo), ma spesso a quella di II e III tipo (col congiuntivo);
 

Hospitem violare fas non putant Germani; qui quacumque de causa ad eos venerunt, sanctos habent. (Ces.)    I Germani non ritengono lecito recare offesa ad un ospite; se giunge presso di loro qualcuno per un motivo qualsiasi, lo giudicano sacro. 

f) relative limitative o restrittive, accompagnate di solito ad un avverbio (quidem, modo = almeno);
 

Omnium oratorum, quos quidem ego cognoverim, solutisimum in dicendo iudico Q. Sertorium. (Cic.)    Di tutti gli oratori, almeno tra quelli che conosco, io giudico Q. Sertorio il più spigliato nel parlare. 


 

OSSERVAZIONI

1. Si ricordi che hanno valore limitativo le espressioni del tipo:

quod scio             per quanto io sappia

quod meminerim   per quanto io ricordi

quod audierim       per quel che io abbia sentito

2. Vanno all'indicativo le espressioni di senso limitativo, che denotano un fatto reale, introdotte da quantum, quatenus, quoad, quod:

quantum (quod) possum       per quanto posso

quantum (quod) in me est     per quanto sta in me

quod ad me attinet                per quanto mi riguarda


 

5. PROPOSIZIONI RELATIVE APPARENTI

Sono considerate relative apparenti o pseudo relative quelle proposizioni che solo in apparenza risultano subordinate, ma in realtà sono semplici coordinate. Infatti il pronome (o l'avverbio) relativo corrisponde ad un pronome dimostrativo + una congiunzione ( qui= et hic, et is, is autem, nam is...).

Con le relative apparenti si ha il cosiddetto fenomeno del nesso relativo, molto frequente in latino, considerata la tendenza a legare i periodi fra loro.

Il modo è quello della proposizione a cui sono coordinate.

 

Deinde consules creati sunt L. Valerius M. Horatius, qui extemplo magistratum acceperunt. Quorum (= et eorum) consulatus popularis sine ulla patrum iniuria fuit.(Liv.)    Quindi furono eletti consoli L. Valerio e M. Orazio, che assunsero la carica di magistrati. E il loro consolato fu favorevole alla plebe, senza alcun danno per i patrizi. 



 

NOTA

Nella Morfologia (Vedi lezione 25ª ) abbiamo fatto cenno ad un particolare uso del pronome relativo da parte degli scrittori latini. Si tratta della prolessi (= anticipazione) del relativo, in base alla quale il relativo viene anticipato e posto all'inizio della principale, attraendo nel suo caso anche il sostantivo cui si riferisce.

 

Qua in vita est aliquid mali, ea beata esse non potest.(Cic.)    La vita, in cui c'è del male, non può essere felice. 

 

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