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TEORIA
Agli altri tempi dell'indicativo, aggiungiamo il futuro semplice del verbo sum. Diamo, come esempio, un breve testo latino nel quale sono usate alcune voci verbali del verbo in esame, prima di dare lo schema completo della coniugazione.
Omero e Virgilio |
Nel brano sono state sottolineate le voci verbali che esprimono il futuro semplice del verbo sum. Ed ora diamo la coniugazione completa del tempo:
Procediamo con la coniugazione di sum, un verbo che è di fondamentale importanza, come si potrà constatare andando avanti nello studio del latino. Presentiamo, quindi, il perfetto indicativo, facendo alcune considerazioni preliminari.
Questo tempo corrisponde ai seguenti tempi italiani:
I tempi, ovviamente, cambiano in base al senso generale della frase, senza alcuna possibilità di equivoco.
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1. Il termine perfetto (dal latino perfectum = completo, compiuto) ha un suo preciso significato che va sottolineato; esso indica, infatti, un'azione compiuta, completata nel passato. Questo aspetto del perfetto diventa più chiaro se si ricorre al confronto con un altro tempo, l'imperfetto, tempo che esprime azione continua, ripetuta nel passato o non completata. Gli studenti di Greco non avranno difficoltà a capire questa distinzione.
2. Questo tempo, al pari del presente indicativo, ha una grande importanza nella coniugazione, per il fatto che il tema del perfetto costituisce un tema di riferimento fondamentale per la formazione di tutto un gruppo di tempi, come sarà spiegato e chiarito successivamente.1
1 Vedi lezione 24ª sul verbo in particolare. Preferiamo il criterio della gradualità per non creare confusione nella mente degli allievi, evitando di presentare troppo in fretta e tutte insieme le nozioni basilari della lingua. Gli studenti per avere un'idea generale sulla flessione verbale possono ricorrere agli schemi raccolti in appendice, che riportano il quadro completo di tutte le coniugazioni.
Il periodo latino, rispetto all'italiano, presenta alcune sostanziali differenze, che gli studenti avranno potuto già notare attraverso le frasi ed i brevi testi finora analizzati e tradotti. Qui ne evidenziamo gli aspetti principali, con esempi pratici.
Leggiamo una frase latina:
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Gli scrittori latini fanno spesso uso di un particolare mezzo stilistico, per dare particolare valore o incisività al discorso, cioè la cosiddetta posizione enfatica. La posizione enfatica è una particolartà stilistica che applicavano i latini, ma ancora attuale nella nostra lingua, secondo la quale, quando volevano mettere mettere in evidenza un particolare elemento della proposizione, lo inserivano all'inizio della frase.3 Tale elemento può essere un verbo, un pronome, un sostantivo, ecc.
Eccovi un classico esempio tratto dalla I Catilinaria, orazione pronunciata in Senato dall'oratore Cicerone:
"Fuisti igitur apud Laecam illa nocte, Catilina; distribuisti partes Italiae; statuisti quo quemque proficisci placeret; delegisti quos Romae relinqueres, quos tecum educeres; discripsisti urbis partis ad incendia; confirmasti te ipsum iam esse exiturum; dixisti paulum tibi esse etiam nunc morae, quod ego viverem."Cicerone, I Catilinaria, IV,9Traduzione: "Dunque, Catilina, quella notte andasti da Leca: distribuisti gli incarichi ai congiurati delle varie zone dell'Italia e decidesti dove ti pareva opportuno che ciascuno si recasse; stabilisti anche chi lasciare a Roma e chi portare con te. Designasti i quartieri della città da incendiare, confermasti che la tua partenza era ormai prossima e dicesti di doverti trattenere ancora, ma per poco, per il fatto che io ero ancora in vita."
Abbiamo già esposto il perfetto indicativo e le sue caratteristiche morfologiche, presentando il verbo sum. Ora vogliamo approfondire il discorso sull'uso di questo tempo che, come si è detto per il verbo sum, è uno dei pilastri della coniugazione, insieme al presente indicativo e al supino, un modo infinitivo che sarà presentato a suo tempo.
In italiano usiamo fondamentalmente due tempi per esprimere un'azione al passato: il passato prossimo ed il passato remoto,4 tempi diversi, perché il primo indica azione passata, ma i cui effetti durano ancora nel presente. Il secondo indica, invece, un'azione passata, senza alcun effetto o relazione con il presente.
4 Anche l'imperfetto è un tempo che indica azione svolta al passato. Ma proprio come indica il suo stesso nome, l'imperfetto esprime un'azione non compiuta, o ripetuta nel passato.
La differenza tra passato prossimo e passato remoto è notevole, anche se spesso sfugge a chi parla. Da sottolineare che in alcuni dialetti regionali (ad esempio il Siciliano ed il Calabrese) si tende a privilegiare il secondo, senza alcun rispetto per il tempo reale in cui avviene l'azione. Tale uso, tuttavia, non è da considerarsi un difetto, essendo quasi sempre il risultato di varie vicende storiche. Ricordiamo, a titolo d'esempio, l'influenza araba per alcuni secoli in Sicilia. |
Illustriamo con un esempio come viene usato il perfetto in latino, sottolineando in un breve brano le voci verbali al passato.
Tarquinius Priscus Anco Martio in regno successit. Circum aedificavit, Ludos Romanos instituit, Sabinos superavit atque territorio Romae multos agros iunxit. Capitolium autem incohavit et cloacas aedificavit. Tarquinius, deinde, Servium Tullium adoptavit, sed Anci filii Tarquinium occiderunt. Post Servium Tullium, Tarquinius Superbus regnum obtinuit. Volscos, populum Latii debellavit, diutino bello Gabios et Suessam Pometiam subegit. Templum in Capitolio aedificavit, Ardeam oppugnavit, sed postea regnum propter delictum filii amisit. Socii enim Tarquinium reliquerunt atque superbus dominus Romanorum iram fuga vitavit. |
Ed eccovi il paradigma del perfetto delle quattro coniugazioni attive, rappresentate dai verbi: narr-are, del-ere, leg-ere, aud-ire
Una delle più; importanti particolarità del perfetto indicativo, da considerare con molta attenzione, è il suo tema, costituito dalla radice unita ad una vocale, oppure un gruppo sillabico che varia, da verbo a verbo.
Fondamentalmente possiamo raccogliere i temi del perfetto in cinque gruppi, secondo le uscite più comuni:
-vi -ui -i -ivi -si
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Il vocabolario darà sempre tutte le indicazioni su queste varie forme di perfetto, alle quali se ne devono aggiungere altre meno frequenti, che per ora non consideriamo.5
5 Per completezza di informazione, diciamo che esistono anche alcuni verbi che non hanno perfetto. Per esempio: splendeo, es, splendere (splendere), maereo, es, maerere (essere afflitto).
Il complemento d'argomento si traduce in latino con de + ablativo e risponde alle domande: intorno a che cosa? di che cosa?
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Anche i titoli possono essere espressi con questo complemento.
Il complemento di denominazione corrisponde ad un nome proprio che accompagna un nome comune allo scopo di specificarne meglio la natura. Generalmente il nome comune ha carattere geografico (città, lago, monte, isola, fiume, ecc.) oppure è un semplice sostantivo (nome, famiglia, mese). La preposizione che introduce questo complemento è di (semplice o articolata). Il caso è quello richiesto dal nome comune.
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Avvertiamo gli studenti, che non tutti gli studiosi sono d'accordo su questo complemento. Infatti qualcuno non lo considera affatto un complemento indiretto; il nome comune sarebbe, quindi, una normale apposizione del soggetto o di un complemento. Pertanto, in base a questa tesi, nell'esempio precedente, Sicilia diventa il soggetto della frase, e insula l'apposizione del soggetto.
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