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1. IL FUTURO INDICATIVO DELLE QUATTRO CONIUGAZIONI
Il futuro, insieme al presente ed al perfetto, costituisce un tempo fondamentale per classificare qualunque azione espressa mediante un verbo. Questo principio è valido tanto per l'Italiano, quanto per il Latino.
In latino, come in italiano, nel modo indicativo esistono due tempi che esprimono l'idea del futuro: il futuro semplice ed il futuro anteriore.
Il futuro semplice, detto anche futuro primo (per distinguerlo dall'altro futuro), si usa nelle proposizioni semplici, oppure nelle coordinate. Il futuro anteriore, invece, si usa nelle proposizioni subordinate, mai da solo, ma sempre in relazione al futuro semplice.1
Ecco lo schema del futuro semplice, suddiviso nelle quattro coniugazioni attive, prendendo come modelli i verbi narr-are, del-ere, leg-ere, aud-ire.
Analizzando l'andamento del futuro semplice, attraverso le sue forme verbali, si possono fare due importanti considerazioni:
a) Il tema verbale è sostanzialmente lo stesso che ritroviamo, sia nel presente che nell' imperfetto indicativo. Motivo per cui il presente indicativo, come abbiamo già chiarito nelle precedenti lezioni, è un tempo fondamentale, che funge da modello per tutta una serie di tempi, così come lo è il perfetto. In pratica, conoscendo il presente e il perfetto indicativo di un verbo, (a cui si aggiungerà il supino nelle successive lezioni) potremo formare l'intera coniugazione.
b) Le quattro coniugazioni presentano un evidente parallelismo, cioè la prima e la seconda coniugazione hanno un identico suffisso temporale (il gruppo -bi ), mentre la terza e la quarta hanno la vocale e in comune, come suffisso temporale.
Esiste, in latino, un gruppo di aggettivi detti pronominali per il fatto che hanno una declinazione più simile a quella dei pronomi che a quella dei normali aggettivi finora conosciuti. Una delle particolarità di tali aggettivi è l'uscita del genitivo singolare -ius per tutti i generi, ed il dativo singolare -i . Il loro significato è sostanzialmente affine a quello dei pronomi che saranno studiati piu' avanti, nel corso delle prossime lezioni.
Gli aggettivi pronominali più importanti sono:
Come esempio presentiamo totus, tota, totum = tutto, intero
Ricorda che:
Si definisce aggettivo sostantivato quell'aggettivo che compie la funzione di un sostantivo, cioè di un nome.
Per es. il buono, il cattivo, gli onesti, ecc. , sono aggettivi che non accompagnano il nome, come di regola, e prendono l'articolo, in italiano, come se fossero sostantivi.
In latino li troviamo nella stessa forma degli aggettivi, ma declinati, sia al singolare che al plurale, esattamente come i nomi concreti.
amicus, i l'amico
bonus, i il buono
doctus, i il dotto, il sapiente
honestus, i l'onesto
iustus, i il giusto
malus, i il cattivo, il malvagio
saevus, i il crudele
Si trova, inoltre, un discreto numero di aggettivi sostantivati, espressi con nomi neutri, anch'essi al singolare ed al plurale.
aequum, i il giusto (ciò che è giusto)
bonum, i il bene (ciò che è buono)
certum, i il certo (ciò che è certo)
iniquum, i l'ingiusto (ciò che è ingiusto)
malum, i il male (ciò che è cattivo)
verum, i il vero (ciò che è vero)
Nota bene |
Per amore di precisione, facciamo notare che questo è solo un rapido accenno a tutta una serie di sfumature linguistiche latine non sempre del tutto corrispondenti all'uso italiano, che saranno approfondite parallelamente allo sviluppo della terza declinazione.
Una particolarità della lingua latina è l'uso del genitivo2 con alcuni nomi, per esprimere il complemento di stato in luogo, mentre normalmente si usa l'ablativo preceduto dalla preposizione in.
Alcuni esempi chiariranno immediatamente questa particolarità morfologica del latino.
Magister meus Tarenti vivit Il mio insegnante vive a Taranto
Multa monumenta Romae vidi Ho visto molti monumenti a Roma
Numquam Syracusis fuimus Non siamo mai stati a Siracusa
Cur in Sicilia vivis? Perché vivi in Sicilia?
Amici mei nunc Athenis sunt I miei amici ora sono ad Atene
Saepe Deli et Ithacae fui Spesso sono stato ad Itaca e a Delo
Sinteticamente si può dire che il complemento di stato in luogo si può esprimere, oltre che con in e l'ablativo, con:
2 Per la precisione, bisogna dire che si tratta di una coincidenza con il caso genitivo. Meglio sarebbe, invece, chiamarlo caso locativo. Infatti l'uscita -i è il residuo di una antica desinenza (- oi) usata per l'ablativo.
Il complemento di materia è un complemento indiretto che viene espresso in latino in due modi:
Questo complemento risponde alle domande: di che cosa? di che materia?
COME SI CONSULTA IL VOCABOLARIO LATINO |
Gli allievi sappiano che il dizionarietto posto alla fine del 1° volume di esercizi potrà essere sfruttato soltanto per gli esercizi più semplici. Infatti, andando avanti con le lezioni, sarà necessario, sempre più spesso, ricorrere al vocabolario, soprattutto per tradurre le versioni. Tuttavia, il dizionarietto rimarrà pur sempre uno strumento di consultazione rapida per i termini di uso più frequente.
Per la consultazione del vocabolario latino, l'alunno tenga presente queste semplici, ma importanti norme da seguire per il miglior uso dello stesso.
Si procede subito alla classificazione del nome, come uno di quelli appartenenti alla 2ª declinazione. Una volta eliminata la desinenza -i del genitivo singolare, avremo la radice/tema3 magistr- con la quale si formeranno tutti i casi:
magistr-o, ma-gistr-um, magistr-i, magistr-orum, magistr-is, magistr-os, ecc.
Concludendo, qualsiasi vocabolario scolastico aiuterà lo studente nella ricerca delle parole, mediante la simbologia or ora spiegata, e mediante frasi di esempio e di applicazione. Per il miglior uso del vocabolario, ovviamente l'insegnante sarà una guida preziosa.
3 Parliamo di radice/tema, perché in effetti c'è coincidenza fra i due elementi per la maggior parte dei nomi. Diverso, invece, è il caso dei verbi, come già si è potuto notare nella coniugazione dei vari tempi.
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